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LA NOSTRA STORIA

Marzo 2020, Italia. La situazione non è delle migliori, il paese è bloccato e le informazioni non aiutano il morale, contando solo numero di contagiati e morti. Le strade sono deserte e il silenzio assordante che si è creato è rotto solamente dalle sirene delle ambulanze che risuonano a ripetizione.

Non voglio essere ipocrita, in questo momento non mi interessa quello che succede fuori. Spero solo che Francesca, mia moglie, sempre così piena di carica ed energia, guarisca, anche se la vedo peggiorare di giorno in giorno. Spero che Rebecca, mia figlia, non venga contagiata, anche se dicono che i bambini sono al sicuro e che lei, con un carattere forte ma pur sempre di 8 anni, non soffra troppo nel vedere star male sua mamma.

Dopo dieci giorni, chiusi in casa, cercando di intrattenere al meglio Rebecca con giochi in scatola comprati su Amazon che fortunatamente continua a consegnare, nonostante stia dormendo in un’altra stanza e nonostante tutte le precauzioni, tra mascherine e disinfettanti, inizio a perdere il gusto e l’olfatto e un dolore alla parte alta delle gambe mi impedisce quasi di stare fermo... se mi muovo il dolore è più sopportabile.

La situazione è sempre più preoccupante: Francesca non accenna a migliorare ed ora anch’io inizio ad accusare dei sintomi: “...e se mi ammalassi come mia moglie, che non riesce ad alzarsi dal letto? Come farà Rebecca? Di certo non posso chiamare i nonni.... Assistenti sociali? ... Non ci voglio nemmeno pensare.

Fortunatamente sembro non peggiorare, quindi andiamo avanti. Rebecca, che è un po’ come me e non esterna tutto quello che prova, dimostra comunque una preoccupazione e un’ansia inconscia: uno dei primi compiti digitali assegnati dalla maestra è disegnare o esprimere un pensiero riguardo al virus. Mia figlia si rifiuta e non vuole prendere nemmeno in considerazione l’idea di parlare dell’argomento...come biasimarla...preferisco fare con lei uno slime.

Passano le settimane, almeno il tempo è bellissimo e il sole aiuta l’umore. I miei dolori sono scomparsi e mia moglie sembra, molto lentamente, migliorare. La nostra cagnolina, Skye, un chihuahua che si sente un leone, mi dà la giusta scusa per sgranchirmi le gambe sotto casa. Rebecca è stata bravissima e appena i negozi riaprono si merita proprio un bel regalo... lei vorrebbe un cavallo ... Forse è un po’ troppo!

Durante le giornate passate a pensare a come cambierà il mondo, penso anche che le mie mani siano sempre più rovinate a forza di usare questi disinfettanti che sembrano più degli acidi. Chiamo un mio amico, che tra le altre cose è chimico cosmetico, e gli chiedo se si può realizzare un gel per le mani che non le faccia “cadere”. La formula è perfetta ma il costo di produzione è veramente alto... a quanto bisognerebbe venderlo ... troppo! ... Però se tutti dicono che il mondo non sarà più lo stesso e che una cosa positiva è stato lo sviluppo del digitale e di tutto quello che orbita intorno al web, allora si può pensare a una nuova era anche per la vendita... Se il nostro prodotto lo vendessimo prima di tutto on-line, potremmo offrire una qualità superlativa mantenendo un prezzo accessibile.

Io sono Francesco, marito di Francesca, padre di Rebecca e Skye (la figlia pelosa), più di vent’anni impegnato nel settore cosmetico...oggi è il momento di evolversi, oggi nasce ANUERA, la nuova era della cosmetica di lusso per tutti.

“In momenti difficili c’è chi si deprime e c’è chi reagisce.
ANUERA è la voglia di reagire con forza, coraggio e un po' di incoscienza, ispirazione per tutti coloro che vogliono che il nostro mondo si evolva verso il meglio.”

I NOSTRI VALORI

Ecco come riusciamo a realizzare il nostro desiderio: massima qualità a prezzi fino al 75% più bassi di quelli che dovrebbero essere se venduti in modo tradizionale!